L’isola di Creta culla del Mediterraneo

Creta è la quinta isola più grande del Mediterraneo. Terra di magia e mistero se si pensa al labirinto di Cnosso e all’antica civiltà minoica che per quanto sconosciuta e misteriosa resta una delle più affascinanti dell’antichità. È un luogo fantastico per chi ama il mare, la gastronomia senza dimenticare cultura e archeologia; che a Cnosso diventa mitologia, è infatti nell’immaginario di tutti fin da quando nei sussidari scolastici si studiava la società cretese e la leggenda secondo cui il palazzo costruito come un labirinto di stanze e cortili fosse proprio il leggendario labirinto dove era nascosto il Minotauro, ucciso da Teseo.

All’ingresso del palazzo svetta il simbolo taurino

A contribuire al fascino, la fine repentina della società minoica che lo aveva costruito, a seguito del terremoto causato dall’eruzione del vulcano che aveva distrutto Santorini, attorno all’anno 1.700 a.C.. Della civiltà egeo–cretese (detta anche minoica del leggendario re Minosse, anche se probabilmente è il nome con il quale si identificavano tutti i re minoici), non si sa molto; cronologicamente essa occupa quasi tutto il 3° e il 2° millennio a.C., mentre la sua massima fioritura sarebbe da collocare fra il 2.000 e il 1.400 a.C. La Grecia antica è stata la culla del progresso occidentale: la nascita della filosofia, del teatro, della medicina, dell’arte, della politica democratica e dello sport ha segnato la nostra cultura dell’Europa moderna. Gli storici affermano che la Grecia sia nata proprio dall’incontro della Civiltà cretese (2.800-1.450 a.C.) con la Civiltà micenea (1.700-1.200 a.C.) che ebbe modo di assoggettarla presumibilmente a seguito dell’indebolimento dovuto proprio al terremoto.

A pensarci bene l’epoca di costruzione, la cura delle costruzioni, l’arte espressa dovrebbero farci impallidire: parliamo di 2000 anni prima di Cristo.

Per Giove!

Il Mediterraneo era già culla delle civiltà e non sarcofago per sfortunati esuli.

Il Palazzo di Cnosso fa impallidire per ricchezza ed eleganza

Il Palazzo di Cnosso il più grande delle dimore minoiche è oggi un bellissimo sito archeologico.

Uno degli affreschi più belli all’interno del palazzo

Esso costituiva il centro politico ed economico dell’impero. E’ privo di mura di fortificazione quindi si suppone che non temessero nemici. A quindici minuti di macchina dal centro. Scoperto già dalla seconda metà dell’Ottocento, fu scavato in modo sistematico nel 1.900 da Sir Arthur Evans, archeologo e in quel periodo direttore del Ashmolean Museum di Oxford. Evans continuò fino al 1931 con una sola interruzione durante la prima Guerra mondiale e più tardi pubblicò un’opera The Palace of Minos at Knossos sulla sua avventura. Fin dall’inizio i monumenti scoperti avevano bisogno di restauro. Così certe parti del palazzo sono state restaurate e in questi lavori fu usato cemento armato e colorato spesso in modo arbitrario. Tante le critiche su questo metodo che oggi può infastidire ma, ad un occhio non esperto, restituisce in qualche modo l’immagine dello splendore originale di sale e palazzi.  Gli affreschi originali si trovano al museo di Iraklion come la famosissima tauromachia: due giovani che sembrano danzare sfidando un enorme toro. Nel cortile in terra battuta nella zona centrale, si svolgevano le esibizioni dei ginnasti che sfidavano la morte piroettando sui tori sacri per i cretesi. Lo spazio abitativo del complesso si estendeva su una superfice di ca. 20.000 m² con gli alloggi del re, della regina, le sale per il culto e per i ricevimenti: 1300 stanze distribuite su 5 piani a pianta molto intricata ove si stima potessero vivere almeno 12.000 persone.

 

 

 

 

 

 

 

 

Vicino alla stanza della regina
Dagli affreschi percepiamo un popolo tranquillo ed esteta. Si noti sullo sfondo il mare

 

La mitologia per chiarire le idee: il fascino della storia che insegna al presente

Minosse, rifiutò di chiudere nelle sue stalle il toro che avrebbe dovuto sacrificare in onore del Dio del mare, Poseidone. Adirato il Dio indusse sua moglie Parsifae, ad una passione smodata per il toro, da questa unione si generò la creatura mitologica metà uomo e metà toro: il Minotauro. Per rinchiudere e proteggere i suoi sudditi dal mostro, Minosse fece costruire un labirinto dal famoso genio Dedalo. Poiché gli ateniesi avevano ucciso il figlio di Minosse, il re si mosse contro la città e dopo averla conquistata pretese un tributopesantissimo: ogni nove anni 7 ragazzi e 7 ragazze dovevano essere inviate a Cnosso e offerte in sacrificio alla bestia. Gli ateniesi stanchi del giogo al quale erano stati sottoposti, inviarono dopo anni, una squadra “speciale” con l’obiettivo di uccidere il mostro. Il loro capitano era Teseo figlio del re di Atene Egeo. Aiutato da Arianna, figlia di Minosse, Teseo uccise il Minotauro ad uscire vivo dal labirinto, mediante il famoso gomitolo di filo fornito direttamente da Dedalo. Al ritorno in patria Teseo, abbandonata Arianna, dimenticò di issare la vela bianca, in segno di vittoria sul nemico, suo padre Egeo scorgendo la vela nera sulla nave, che indica sventura, pensando alla cattiva sorte del figlio, impazzì per il dolore gettandosi nel mare che adesso porta il suo nome.

Ma torniamo a Minosse: scoperto l’inganno e accecato dal dolore della perdita di Arianna innamorata e fuggita con Teseo, imprigionò Dedalo e suo figlio Icaro nel labirinto. Dedalo grande genio e inventore creerà anche le ali con piume d’uccello incollate con cera, purtroppo lo stratagemma funzionò solo per lui, in quanto Icaro, avvicinandosi troppo al sole, precipiterà in mare. Dedalo proseguirà quindi il suo volo arrivando in Sicilia.

1 thought on “Creta. Il Palazzo di Cnosso. La civiltà minoica

  1. Ciao Andrea,

    ho sempre pensato che la Grecia sia stata ed è tutt’ora un esempio ineguagliabile di arte, cultura e libertà espressiva.
    La libertà culturale ed espressiva di cui godevano i greci ha fatto fiorire questa civiltà come, secondo me, nessun’altra.

    Complimenti per le foto e i commenti sempre divertenti!

    Ti auguro una buona vacanza e un buon relax, ci vediamo presto a Torino.

    Francesco

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