Steampunk: come sarebbe il passato se il futuro fosse accaduto prima
Universo Steampunk
“come sarebbe il passato se il futuro fosse accaduto prima”
Questo movimento artistico e culturale gioca con anacronismi e tecnologie, immaginando “come sarebbe il passato se il futuro fosse accaduto prima”. Si ambienta solitamente nell’Inghilterra dell’età vittoriana: un’epoca straordinaria per le trasformazioni. L’etimologia ci riporta alla Rivoluzione Industriale e alla cultura meccanica della tecnologia del vapore, arricchita da manometri e strumentazione.
Adam noi
Ciò che stupisce maggiormamente è lo stile, il gusto e la ricercatezza nell’abbinare corsetti fibbie e gonne lunghe, alternando la pelle al metallo, azzardando nudità e fondine con pistole a canna lunga, monocoli e tanto, tantissimo vapore, ops… steam.
Lettere dal signor Universo:
Grandi sogni, le loro smisurate ambizioni e le loro desolanti disperazioni accompagnano la storia degli esseri umani. Vorrei talvolta ucciderli tutti con un piccolissimo virus, rendendo disabitato questo strano mondo per altri millenni, come fu in principio. Tuttavia il pianeta è così degno della vita che non disdegna il mio perdono. L’uomo però, non posso fare a meno di abbandonarlo al suo destino. Ho cercato, dapprima di farmi una ragione, ponendomi paziente in ascolto, poi la situazione deve essermi sfuggita di mano. Disperati randagi con le loro infantili maschere antigas, sono passati all’azione sovvertendo la grande armonia del cosmo. Mi saccheggiarono la memoria meccanica principale del mio computer analogico; liberando gli enigmi un dì legati per limitare l’immaginazione. Così adesso scheletri senza cuore teschi senza coscienza si avvicendano in questo tempo scomparso in un rituale antico, strano spettro nella tortura dell’indifferenza. Il mondo brucia come i loro fragili dirigibili. Così si scoprono altri universi paralleli con centrature diverse, dove l’astrolabio fu il principio della costruzione di un mondo parallelo più che fantastico, auto alimentandosi nello stile quasi perfetto seducente e misterioso del tripudio della tecnologia a vapore. Dove gli stili arcaici e la subcultura si sono miscelati dando vita a società segrete nelle quali questi vagabondi dell’infinito hanno scoperto che NON esiste il centro dell’unico mondo possibile, ma piccoli salti come cascate d’acqua dell’ucronìa distopica. Tuttavia il pianeta è così degno della vita che non disdegna il mio perdono.
La steampunk lady è una tecnocrate consapevole della sua libertà e completamente padrona del suo fascino senza tempo; non oggetto del desiderio sexy ma assoluta protagonista degli universi conosciuti, nel progresso che suscita meraviglia.
Per spiegarci il movimento ho interpellato Aurelia @starklady_ una vera guru dello steampunk che ha scritto per #costruirecultura l’articolo che segue:
Lo steampunk è un movimento culturale che affonda le sue origini in almeno due filoni narrativi. Il primo, senza il quale lo steampunk non esisterebbe nemmeno di nome, fa capo ad alcuni autori di fantascienza americani che, attorno agli inizi degli anni’90 del secolo scorso, scrissero i fondamentali “La macchina della realtà” di William Gibson e Bruce Sterling e “La trilogia steampunk” di Paul Di Filippo, oltre ad altri. L’ambientazione è rigorosamente tardo-vittoriana e viene descritta in un universo distopico, ucronico e retrofuturista. Il motto “Come sarebbe stato il passato se il futuro fosse arrivato prima” spiega efficacemente l’universo steampunk e ne riassume l’essenza. Il secondo filone si rifà invece alla narrativa fantastica di Jules Verne, H. G. Welles, ma anche a Conan Doyle e, seppure non direttamente correlato, all’universo di H.P. Lovecraft. La commistione tra le due anime permette quindi allo steampunk di spaziare in un universo fantastico, dove oltre a cellulari, computer, mezzi di trasporto di ogni tipo e genere, si può – rifacendosi a Wells – viaggiare anche nel tempo! Del resto, oggi alcuni fisici teorici (mi riferisco a Kip Thorne) ipotizzano che i viaggi nel tempo possano essere almeno teorizzati, quindi figurarsi se l’universo steampunk possa darsi dei limiti! Oggi moltissimi autori, soprattutto legati al mondo dell’autoproduzione, pubblicano romanzi, fumetti o grafic novel a contenuto steampunk, creando una sottocultura del genere molto vivace e variegata, a cui si aggiungono gruppi musicali, autori di corti cinematografici, generi fotografici… Quindi lo steampunk non è solo estetica; ma la ricerca di un’estetica nella quale è sempre presente lo stilema dell’ingranaggio.
L’uso di goggles e del corsetto portato all’esterno delle camicie, cosa che rompe con la tradizione storica di un abbigliamento femminile rigoroso e che rende il senso della parola punk, sono due altri elementi quasi irrinunciabili. Lo steampunk, quando interpretato secondo quello che per noi è lo spirito corretto, è ricerca continua di elementi da aggiungere ai nostri outfit che, attenzione, MAI noi definiamo costumi o travestimento!
I bauli dei nonni e delle vecchie zie, i mercatini dell’usato, i negozi di brocantage sono fonti sempre preziose, che possono fornire abbigliamento o oggetti d’epoca, oppure materiali e oggetti da utilizzare o trasformare.
Questo è un altro aspetto fondamentale secondo quella che qualcuno definisce una vera e propria filosofia dello steampunk. Un mondo dove la regola aurea è il riutilizzo, il riuso, il rifiuto della moderna concezione dell’oggetto o dell’abito “usa e getta”. Quindi il ritorno a un mondo creativo e artigianale, dove gli oggetti che noi ci inventiamo sono fatti di materiali il più possibile naturali (cuoio, metalli, vetro, saldati o legati tra loro) e lo stesso vale per le stoffe dei nostri abiti, anche se ormai è quasi impossibile trovare stoffe prive di parti sintetiche! Vero, però, che evitare il poliestere puro effetto abito di carnevale non è impossibile! Negli ultimi anni, lo steampunk pur essendo un genere di nicchia (cosa che noi auspichiamo rimanga) ha riscosso molto successo e, di conseguenza, cominciato a fare capolino al di fuori di una ristretta cerchia. Ecco allora la nascita di locali steampunk (alcuni decisamente interessanti, altri… lasciamo perdere!), l’utilizzo dell’estetica steampunk in spettacoli teatrali o musical.
Quindi molti si sono convinti che lo steampunk è solo ingranaggi attaccati a caso su abiti, appiccicati magari con la colla. Nulla di più distante dallo spirito autentico di questa passione. Non neghiamo l’elemento estetico dell’ingranaggio, ma gli oggetti che creiamo devono avere almeno una parvenza di funzionalità, gli elementi devono essere collegati tra loro, lo scopo è quello di creare qualcosa di impossibile, ma verosimile, perlomeno nel nostro universo fantastico! Ognuno di noi crea un proprio alter ego steampunk, nessuno uguale ad un altro, pur condividendo lo stesso stile e le stesse basi. Esistono, comunque, modi diversi per interpretare lo steampunk, alcuni più rigorosamente vittoriani, altri che sconfinano nel genere fantasy, non privo però di insidie! Infatti, uno degli aspetti fondamentali è la collocazione temporale, imprescindibile dal periodo tardo-vittoriano, e il fatto che lo steampunk mutua da un universo tecnologico. Interessante, e molto amato e frequentato, il mash-up tra stempunk e l’universo di Star Wars che rappresenta un’eccezione circa la collocazione spazio-temporale dello steampunk. In questo caso la domanda è: Come sarebbe Star Wars in un universo steampunk?
La risposta è interessante perché il tutto ha origine da un universo tecnologico e, di conseguenza, convincente!
Per assaggiare ron e per provare le vere sensazioni e la calda accoglienza steampunk vi progongo Il boiler a Salerno, dall’arredamento mozzafiato.
Un mondo che non conosco nel profondo ma che mi ha sempre affascinato. Un futuro immaginato da un passato che non conosceva l’elettronica. Meccanica e moda in sinergia.
Sì, molto affascinante, tanto che molti registi, comprese le potenzialità di questa filosofia, hanno realizzato capolavori.