Come spesso capita, ci troviamo a girare il mondo lontano; per lavoro o per turismo e “colpevolmente” spesso si tralascia il mondo più vicino a noi.

Un pomeriggio in alta valle Argentina

Per un viaggio a Triora “tranquillo” vi consiglio di uscire ad Arma di Taggia e risalire la Valle Argentina, passando per Badalucco e sfilando Molini di Triora fino agli 865 metri di uno dei borghi più belli.

Noi, tuttavia abbiamo optato per un percorso più movimentato: dalla stupenda Dolceacqua che lasceremo a destra e che sarà oggetto di un successivo e specifico articolo. Risalendo la Val Nervia si raggiunge la cittadina di Pigna che ci dà subito il benvenuto come solo le città di montagna sanno fare, sfilando lenti ulivi. La SP 65 è a tutti gli effetti una strada d’alta quota; ricordate di informarvi sulle condizioni meteo e generali, prima di percorrerla: è asfaltata completamente, ma è molto stretta e conviene segnalare acusticamente spesso ai bikers che spesso la percorrono al contrario. Da Pigna a Molini di Triora calcolate 24 Km di tornanti, panorami mozzafiato verso il mare e boschi di castagni e roveri nella zona in ombra e selvaggi bellissimi pascoli.

Triora il paese delle streghe

Vi apparirà dopo molti tornanti nel bosco fittissimo, adagiata sulla costa opposta e già vi sembrerà irraggiungibile, come già doveva apparire nel medioevo: una fortezza genovese inespugnabile. L’interno dell’abitato, nasconde la parte più interessante, i carruggi in pietra rappresentano un dedalo mai visto prima. Gli stessi carruggi del centro storico a Genova si aprono verso il cielo e non ostante l’altezza dei palazzi consentono, alzando lo sguardo, una soluzione, una via di fuga. A Triora no! La sensazione è di un affascinante labirinto claustrofobico che non porta a nulla, anzi spinge verso sé stessi a riflettere, forse a espiare. Un dedalo di case, mura e volte e svolte, come in un quadro di Escher. Ricordate, gli incubi di Tiziano Sclavi, padre di Dylan Dog? Le case si deformano e la pietra cambia dimensione; declina con una prospettiva sbagliata: sanguinosa.

I verticalismi e le case mi ricordano le meravigliose ambientazioni di H.P. Lovercraft con i suoi deliri.

In provincia di Imperia, uno splendido borgo di ∼200 abitanti, alle 3 del pomeriggio, è completamente deserto, silenzioso, direi “inospitale”, con un’anima tutta da scoprire.

A questo proposito, ci tengo a specificare che si tratta di osservazioni e opinioni di me medesimo, indegno poeta e incline alla suggestione.
Il processo alle streghe

Entrando nel paese ho comunque provato sensazioni “complesse” che gli abitanti cavalcano alla perfezione: tutto qui fa riferimento all’anno domini 1.587. Ricordo che siamo già nell’Età Moderna. In quel periodo a seguito di una pesante carestia l’inquisizione realizzò il più grande processo per stregoneria della storia italiana e forse europea. Conosciamo tutti i nomi delle oltre 30 ragazze perseguitate dal fanatismo e dall’ignoranza, consegnate dai loro concittadini. Non conosciamo la sorte di ognuna anche se è tristemente facile supporre che il dolore sia stato Grande, e da quello si deve partire se effettivamente si vuole migliorare il futuro dei nostri figli su questo pianeta.

Infatti quanta violenza ancora oggi, dobbiamo annoverare tra le nostre case.

La famosa “cabotina” zona dove le streghe, secondo l’accusa erano solite ritrovarsi per i sabba e danzare con il demonio

Come racconta nel suo romanzo bellissimo “La chimera” Sebastiano Vassalli sono mogli, sorelle e figlie nostre. Eredità scomoda del nostro italico modus vivendi.

Non posso dirvi se la sensazione provata è direttamente collegata alla pura e primordiale sofferenza provata dalle persone in questi luoghi, oppure c’è di più: qui sembra infatti spezzarsi quella sorta di equilibrio con il male, quell’aura di serenità respirata nei luoghi cosiddetti “normali” dove l’energia del bene ha il sopravvento sulle influenze delle coordinate sulfuree*. E chissà perché la collegiata era diretta dai monaci disciplinati bianchi, che troviamo anche nel romanzo di Vassalli a Zardino, quando si parla di streghe e demoni.

La piazza del paese e l’imponenza austera della parrocchiale

È mia intenzione esortarvi nell’intraprendere il viaggio verso l’alta Valle Argentina, le Alpi Liguri, i borghi, il cibo, le tradizioni, sono quanto di meglio l’Italia possa offrire, Triora da questo punto è una delle mete più suggestive. Non dimenticate di gustare il pane di Triora: scuro, cotto su tavole di legno cosparse di crusca, questo tipo di cottura, conferisce al pane di Triora una crosta più dura di tutti gli altri pani, mantenendo l’interno morbido e compatto. Fa parte dell’associazione dei 37 pani d’Italia. È delizioso spalmato con il bruzzo, ricotta di pecora fermentata con erbe e spezie dal sapore forte, leggermente piccante; a seconda del tempo di stagionatura.

Oggi la storia macabra di Triora rivive nel Museo Etnografico e della Stregoneria, che mostra i documenti dei processi, le ricostruzioni degli interrogatori.

Il borgo è colorato da murales a tema divertenti e flolkloristici

*Faccio cenno alle ispirate parole del libro di Quirino Principe: La terra, la donna, il diavolo, il libro.

2 thoughts on “Triora il borgo più bello

  1. I Borghi della Liguria sono incantevoli, conosco Dolceacqua ma non sono mai stata a Triora, anche se ne ho sentito parlare e m’incuriosisce parecchio. Grazie a te per la splendida descrizione, personale e accurata che invoglia decisamente al viaggio. Franca

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