Il mezcal

A un certo punto della mia vita mi sono trovato in Messico per lavoro, mi sono fermato oltre due anni. Ho vissuto nel centro del paese a circa tre ore da Città del Messico in una grande città ispanico – coloniale ricca di storia e cultura: Santiago di Queretaro. L’esperienza professionale e umana è stata formativa, sono entrato in contatto con la cultura del paese, apprezzando ogni sfumatura che la vita mi offriva. Il Messico è anche storia di antiche tradizioni ancestrali, ampi spazi, musica di trombe e mariachi e sombreri colorati e la cucina che offre sapori che non annoiano mai.

 

«Chi ha respirato la polvere delle strade del Messico non troverà più pace in nessun altro Paese» scriveva l’autore britannico Malcolm Lowry.

All’interno di Costruirecultura ho già scritto di meravigliose avventure nelle grotte di Tolantongo e di moleskine riempiti di poesia percorrendo la Sierra Madre fino alla Sierra Gorda nella città di Jalpan e nel giardino surreale di Xilitla. Questa volta affronterò un tema molto caro e romantico: il Mezcal vero spirito ancestrale del Mexico puro e semplice, prodotto già fin fai tempi degli Aztechi, dai quali era considerato afrodisiaco; era normale che gli antichi popoli precolombiani avessero un rapporto fondamentale con la Terra. Non è un caso che la dea Mayahuel (diosa de el maguey) aveva sembianze di un’agave con 40 mila capezzoli con i quali nutriva i suoi sudditi, tramite un prezioso nettare: il mezcal.

Quando noi occidentali ci avviciniamo alla “bevanda” cerchiamo subito di capire quali differenze esistono tra tequila e mezcal visto che su entrambe le bottiglie spesso giganteggia la pianta dell’agave, questo genera confusione; quindi con calma e dopo qualche bicchiere in più, ho appreso che il mezcal è spesso realizzato in maniera più artigianale come duecento anni fa, con metodi tramandati di generazione in generazione, un mondo fatto di padri fondatori e delle loro storie incredibili di sopravvivenza.

Il prodotto nasce dall’agave, più precisamente dal cuore della pianta la piña posta in forni di terracotta rivestiti di pietra e distillata in alambicchi di rame. Può essere preparato con qualsiasi pianta coltivata negli stati messicani di Oaxaca, Durango, Guanajuato, Guerrero, San Luis Potosí, Tamaulipas, Zacatecas, Michoacan e Puebla. Il processo inizia con l’agave che vive sulle terre rocciose ricche di rame, estraendo la piña, tagliando le foglie e le radici della pianta.  Le piñas vengono quindi cotte per tre giorni, in tumuli di terra su fosse di rocce calde, erba appena tagliata, rami e resina. Questa torrefazione sotterranea conferisce al prodotto il suo intenso e caratteristico sapore affumicato. Il prodotto può invecchiare fino a sette anni, questo dà origine alle denominazioni: Anejo – Reposado – Blanco.


El tequila

(attenzione l’accezione è maschile), può essere prodotta solo con l’agave blu weber coltivata in certe regioni specifiche di alcuni stati messicani tra cui Jalisco, Guanajuato, Michoacán.


Mezcal, ciapulines, sale di gusano e arancia puro godimento

Ho assaggiato mezcal selvaggi

sempre diversi: mielosi, terrosi, vegetali, dal sapore profondo e avvolgente, affumicati con retrogusto di bacon, spesso accompagnandoli con fette d’arancia e sale di gusano (polvere di larva sminuzzata che conferirà al vostro bere un’esperienza assoluta e irripetibile – attenzione fatevelo spedire perchè in Italia ha costi proibitivi). Sensazioni che ti riempiono di carezze violente il palato, con la complicità di cannella, mela, prugna e chiodi di garofano. Ottimo il Toro loco allungato con liquore al caffè o il Mezcalibur con succo d’ananas. Il migliore comunque è un margarita nel ristorante Mi Vida a San Miguel de Allende (leggi lo speciale).

per LEGGERE fuori dallo spazio tempo

“Gli insegnamenti di Don Juan”. Dell’antropologo scrittore e grande uomo di conoscenza Carlos Castaneda che è l’autentico erede della sapienza sciamanica dei nativi “Yaqui” della Sierra Madre.

La larva in bottiglia

Per quanto riguarda la famosa larva, l’ho mangiata anch’io e vi segnalo che si è trattata di una blasonata idea commerciale introdotta, è proprio il caso di segnalarlo a metà del secolo scorso.

 

Vi propongo anche il mezcal di tarantola e il margarita cocktail con mezcal di vipera, anche se questo non rappresenta il vero Mexico ma un’elaborazione più divertente e commerciale. Ma poi in fondo ci piace lo stesso.

2 thoughts on “Mezcal. Vero spirito ancestrale del Messico

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